Lo Zodiaco, appartartenendo alla quarta Arte del Quadrivium, l'Astrologia, contiene la summa delle tre Arti precedenti, ossia l'Aritmetica (Numero), la Geometria (Forma) e l'Armonia (Ritmo). Tutto si basa sul Nume-ro: i Numeri sono le forze che danno forma all'Universo, sono i pennelli che Dio utilizza per dipingere la tela del Creato, i tasti del pianoforte sul quale il Creatore suona l'armonia cosmica. Tutto parte dal Numero, anche il Quadrivium: infatti l'Aritmetica, la prima Arte del Quadrivium - dal punto di vista esoterico-iniziatico - riguarda proprio la conoscenza del Numero. Ed è proprio dal Numero che dobbiamo partire per comprendere lo Zodiaco, ma dato che lo Zodiaco appartiene all'Astrologia, passaremo anche per Geometria e Armonia. E dato che passeremo per queste Arti per comprendere lo Zodiaco (nei prossimi articoli), ho pensato di scrivere questa piccola introduzione alle Sette Arti Liberali, in modo da "inquadrare" meglio (nel Quadrivium) gli argomenti che affronteremo.
Le Arti Liberali sono sette: le prime tre formano il Trivium, che porta alla liberazione della mente dalle gabbie del linguaggio. Infatti la Grammatica, la Logica e la Retorica sono materie fondamentali per poter introdursi in un percorso di Conoscenza di Sé. Chi non le conosce in genere le usa male, e chi le usa male di solito finisce per cadere in qualche gabbia che gli impedisce di andare oltre la mente razionale. L'incapacità di andare oltre al linguaggio e alla mente razionale porta le persone a cadere in uno dei due abissi che costeggiano la sottile strada che porta al paradiso, che sono quello dell'iper-razionalità da un lato e quello della superstizione dall'altro.
La simbologia applicata può essere paragonata al Ponte di Sirah che troviamo nel Corano dei musulmani. La sua larghezza è quella del filo di un rasoio. Da ciascun lato vi è un abisso di perdizione.
Uno dei precipizi è dato dalla mentalità della Ragione logica o aritmetica, mentre l'altro è quello della superstizione.
È praticamente impossibile evitare la ragione razionale che attira l'uomo come le vertigini. Qui tutto trova un equilibrio, un'equazione. Per ogni argomento esiste una risposta; una cosa esiste solo attraverso il suo complemento. I sensi che, a livello subconscio, ci comandano, trovano la loro costante soddisfazione, poiché tutto è ridotto a dei concetti sensibili. L'uomo allevato scientificamente dal nostro mondo mentale, quando vuole avvicinarsi ad un centro puramente simbolico, come l'antico Egitto, lo sente come una intollerabile costrizione e, con sollievo, lo respinge nel dominio o dell'empirismo, o della idolatria.
Nell'antico mondo egiziano tutto è simbolo, ogni gesto della vita, ogni rito del culto, ogni stele, ogni monumento, ogni geroglifico, il suo colore, la sua collocazione, ogni figurazione, la forma di qualsiasi oggetto consueto - tutto obbedisce alla Legge della Saggezza, che disloca ogni cosa nel luogo armonico della sua natura cosmica.
Nell'antico mondo egiziano tutto è simbolo, ogni gesto della vita, ogni rito del culto, ogni stele, ogni monumento, ogni geroglifico, il suo colore, la sua collocazione, ogni figurazione, la forma di qualsiasi oggetto consueto tutto obbedisce alla Legge della Saggezza, che disloca ogni cosa nel luogo armonico della sua natura cosmica.
Tutto ciò per noi ha l'effetto di una ossessione, costituisce un determinismo che ci appare schiavitù, rinnegamento di qualsiasi libero arbitrio, e ci ricorda i tempi dell'intrusiva influenza della Chiesa, che aveva diritto d'ispezione a partire dalla intimità della famiglia fino ai segreti del trono. Il clero è e sarà sempre intrusivo e lo è stato in Egitto come in altri paesi; il nodo della questione, comunque, non è questo, ma risiede nella nostra disposizione di "coscienza".
Se siamo orientati a favore del metodo razionale, equazionale, il simbolismo sarà per noi del tutto insopportabile nella sua applicazione corretta; se, invece, siamo orientati verso il metodo di pensiero "vitale", allora troveremo in esso la più grande gioia che possa esistere per l'uomo - quella di conoscere. Comprenderemo così la segnatura impressa sulle cose, che ci guida ad utilizzarle nel modo migliore, conosceremo la Magia naturale, attraverso l'armonia che sa collocare ogni cosa nel suo tempo e nel suo posto precisi e, quindi, in simpatia con tutto ciò che riguarda la sua natura. Conosceremo la "Volontà" che governa i fenomeni.
Tutto ciò, però, esige uno stato costante di "Consapevolezza delle Leggi della Genesi" e ben pochi uomini sono capaci di coltivare una simile condizione.
Ecco allora la minaccia dell'altro abisso, che ci conduce alla bassa Magia ed alla superstizione. Quel certo giorno, quella certa ora, quel certo gesto sono nefasti o propizi, ma perché?... Perché sì.
La paura sostituisce così la Conoscenza, la fantasia sostituisce la Coscienza e le "mantiche" fioriscono.
Esiste una ragione per ripudiare la retta via del simbolismo, o rifiutare lo sforzo di orientare il pensiero verso una sorta di logica vitale?
Il Ponte di Sirah conduce alla liberazione paradisiaca, vi camminerà chiunque lo vorrà noi siamo "Profeti" e non "Missionari". [...]
Il simbolo consente, da un lato, una espressione al di là dell'intelligenza sensoriale e, dall'altro, di farci comprendere, per analogia, i legami tra i di versi fenomeni. Questa affinità, a sua volta, ci apre la porta per un più preciso collegamento dei momenti e dei luoghi, così da rendere più accessibile il fine perseguito dal pensiero o dall'azione.
Il simbolismo è l'unico e meraviglioso strumento che consente al l'uomo di spezzare il circolo vizioso materiale che limita la sua intelligenza dell'Universo e gli permette anche di individuare un più elevato e più ampio stato di Coscienza.
Il sillogismo è la legge che regolamenta i rapporti quantitativi, vale a dire delle forme staticizzate ormai cadaveri mentre la Natura, nascente e morente, è Vita ed obbedisce ad una Legge motrice che gioca, nella sostanza o Energia universale e indeterminata, tra l'idea (in senso platonico) e la forma attuale della materia.
Questa Legge di Vita non può essere formulata se non attraverso il simbolo naturale, che evoca, necessariamente, tutto l'insieme delle possibilità collegate a questo simbolo nodale.
Alla sinistra del Ponte di Sirah (che corrisponde al corpo calloso presente nel nostro cervello) ciò che è razionalmente comprensibile viene scambiato per l'unica realtà, mentre a destra l'incapacità di comprendere razionalmente aspetti più "metafisici" della realtà viene usata come giustificazione per poter credere in tutto ciò che si vuole. La "Terza Via", che pochi percorrono in modo integrale, è quella del dubbio e della ricerca, ed è una via chiaramente non si percorre a caso, ma con un metodo, un sistema ben preciso, che consiste nell'espolorare ed rianalizzare costantemente i tre pilastri sui quali costruiamo la nostra mappa mentale che utilizziamo per orientarci nel mondo e nella vita, che sono: i termini che usiamo per definire le idee (Grammatica), i rapporti tra le idee (Logica), l'applicazione delle idee (Retorica).
[1] GRAMMATICA (Risponde alla domanda sul Chi, Cosa, Dove e Quando di un argomento).
La scoperta e l'ordinamento dei fatti della realtà comprende la Conoscenza sistematica di base: non solo le regole sviluppate e applicate all'ordinamento di parole/concetti per l'espressione e la comunicazione verbale, ma il nostro primo contatto con l'ordine cosciente in quanto tale. È la tecnica iniziale, autocosciente, utilizzata per organizzare in modo appropriato (discorsivo o sequenziale) un corpo di conoscenze a partire da dati grezzi e fattuali, allo scopo di ottenere comprensione (attraverso la logica) e, quindi, anche di organizzare la mente umana individuale. È la base su cui si fondano tutti gli altri "metodi di organizzazione e ordine".
La grammatica speciale mette in relazione le parole con altre parole all'interno di una lingua specifica come l'inglese, il russo o il latino.
La grammatica generale mette in relazione le parole con la realtà oggettiva in qualsiasi lingua e si applica a tutte le materie come prima serie di elementi costitutivi di una conoscenza oggettiva integrata o pienamente consapevole. Un corpo di conoscenze che è stato raccolto e organizzato secondo le regole della grammatica generale può ora essere sottoposto alla logica per una piena comprensione, che è, ovviamente, una procedura intellettuale separata.
[2] LOGICA (Risponde al Perché di un argomento).
Sviluppare la facoltà della ragione nello stabilire relazioni valide [cioè non contraddittorie] tra i fatti produce una comprensione basilare e sistematica: è una guida per pensare correttamente; pensare senza contraddizioni. Più concisamente, è l'arte dell'identificazione non contraddittoria. Il lavoro della logica è la prova. La prova consiste nello stabilire la verità e la validità di un concetto o di una proposizione in corrispondenza con la realtà oggettiva e fattuale, seguendo una catena autoconsistente di pensieri di livello superiore fino a concetti o assiomi primari e fondamentali (ad esempio, esistenza, coscienza e causalità). È un mezzo per tenerci in contatto e ancorati alla realtà oggettiva nella nostra ricerca di una conoscenza e di una comprensione valide. La logica mette in armonia il ritmo dei pensieri soggettivi della mente e le conseguenti azioni del corpo con il ritmo dell'universo oggettivo. L'intento è quello di sincronizzare amichevolmente i processi mentali individuali e le azioni che ne derivano con i processi dell'esistenza naturale e fattuale che ci circonda nell'arco della vita.
[3] RETORICA (Fornisce il Come di un argomento).
Applicare la conoscenza e la comprensione in modo espressivo comprende la Saggezza o, in altre parole, è la conoscenza e la comprensione sistematicamente utilizzabile: esplorare e trovare la scelta corretta dei metodi per esprimere in modo convincente le conclusioni della grammatica e della logica su un argomento in forma scritta e/o orale (oratoria). L'enunciazione di tali conclusioni è chiamata dichiarazione di razionalità, mentre l'insieme delle istruzioni dedotte dalla razionalità ai fini dell'applicazione (di tali conclusioni) nel mondo reale è chiamato dichiarazione di protocolli.
Superare i limiti del linguaggio (del proprio modello mentale) equivale ad andare oltre i confini della mente limitata e intrappolata nell'incapacità di vedere ed esplorare la realtà per ciò che è, senza i filtri della cultura, dello scientismo o della religione. Con il Trivium impariamo come comprendere e trascendere il Cielo-Mente-Anima, mentre con il Quadrivium impariamo come comprendere e trascendere la Terra-Corpo-Materia. Con le Arti Liberali, in altre parole, impariamo a leggere il Libro della Natura, grazie al quale possiamo trovare una via sicura per la ricerca del Sé, del Vero e dell'Uno.
Continuiamo quindi con il Quadrivium, che è un sistema composto di quattro parti, o Arti, nel quale troviamo, in ordine: Aritmetica, Geometria, Armonia e Astrologia, ossia Numero, Forma, Ritmo e Simbolo. Il Numero, puro, si eprime generando la Forma, dalla quale scaturisce il Ritmo, il quale a sua volta anima il Simbolo. E i Simboli, a loro volta, governano la Realtà, che percepiamo con i nostri cinque sensi.
Ogni Numero è un Nume, è una potenza, una Volontà Divina della Natura. Ogni numero ha un'identità, una funzione, uno scopo. Ognuno si manifesta sotto molteplici aspetti per dare Forma e Ritmo alla realtà manifesta, e quindi nello Spazio e nel Tempo.
Il Numero si esprime nello spazio attraverso la Forma. La geometria è "la parte della matematica che studia lo spazio e le sue figure", come scritto nel dizionario. E nelle figure dello spazio troviamo dei rapporti, e quindi dei numeri, che si "esprimono" nello spazio, evocati appunto dai rapporti tra i vari elementi delle figure. I Numeri danno così un senso, un scopo, una funzione alle figure in cui si manifestano.
Il Numero si esprime nel tempo attraverso il Ritmo. L'armonia è "la pratica e la teoria della formazione e concatenazione degli accordi e l'organizzazione dei suoni, per rapporti di altezza, in funzione dell'ordine unitario della tonalità". E "l'organizzazione dei suoni per rapporti di altezza" chiaramente ha di nuovo a che fare con i rapporti, e quindi con i numeri, che si esprimono appunto nel tempo, dando anche un senso, un scopo, una funzione alle altezze dei suoni che si susseguono secondo la composizione armonica. Da notare, però, che se parliamo di "altezze", di "formazione degli accordi" o di "organizzazione dei suoni", stiamo parlando anche di figure geometriche, che "muovendosi" nel tempo vanno a costruire delle "forme" temporali.
Trivium e Quadrivium sono due sistemi - o due "vettori", pensando in senso geometrico - "perpendicolari", in quanto tendono verso la conoscenza di tutto il "piano" della realtà, connettendo il punto di origine, la coscienza individuale, alla Verità, al Sé, alla Coscienza Universale, alla Consapevolezza che Tutto è Uno e Uno è Tutto. Questi due vettori, rappresentati dal 3 e dal 4, attraversando la realtà ci permettono di comprendere l'Unità di cui è composta e le leggi che la governano, e lo fanno insegnandoci sia come utilizzare il linguaggio per organizzare ed utilizzare la nostra conoscenza, sia come costruire questa conoscenza, ossia come comprendere la realtà (e noi stessi). Un processo, che non è "personale", ma che segue regole ben definite, Leggi Universali, che governano tanto il Cosmo quanto l'Uomo. E chiaramente, la realtà la possiamo conoscere prima di tutto grazie ai nostri cinque sensi.
La terna 3, 4 e 5 come sappiamo è la prima terna pitagorica. E il triangolo rettangolo con i cateti 3 e 4 e la diagonale 5 è proprio il Simbolo-Sintesi delle Sette Arti Liberali. O, almeno, una parte di esso. Nel triangolo con base 4, altezza 3 e diagonale 5 ritroviamo dunque i due vettori perpendicolari 3 e 4, Trivium e Quadrivium. Ad unirli i 5 sensi, attraverso i quali la Coscienza percepisce il mondo, Conoscendo Sé Stessa, il ciclo cosmico nel quale l'Uno diventa Tutto e ritorna Uno. Ciclo nel quale ritroviamo un Ritmo, quello della pulsazione di Solve et Coagula, Luce ed Ombra, Sole e Terra, in mezzo ai quali ci siamo noi, qui ed ora (nello spazio e nel tempo). Noi che siamo qui, nel nostro percorso, quel filo di rasoio con i due abissi ai suoi lati, e che oscilliamo continuamente tra la nostra percezione "logica" del mondo e quella "analogica", tra lobo destro e sinistro e del cervello. A volte cadiamo, a volte ci tiriamo su e proseguiamo, in genere con un po' di fatica. Studiare ed utilizzare il Trivium e il Quadrivium aiuta ad evitare le cadute e proseguire più facilmente sulla Via. O, in altre parole, ad avere "una base e un'altezza" per costruire il nostro Tempio di Sapienza, e quindi, in tal senso, di usare i nostri Cinque sensi per fare esperienza della realtà manifesta, "la materia, Doppiamente Duale", corrispondente alla Terra, che è Quattro, e comprenderla con il Tre, l'Aria, il movimento armonico di Solve et Coagula, la connessione tra Cielo e Terra, il rapporto tra Trivium e Quadrivium, la scala delle sette Arti Liberali che guida verso la ricongiunzione del Due per ritornare finalmente all'Uno dal quale il Tutto ha avuto origine. Con questo breve esempio possiamo già cominciare a intravedere alcune relazioni tra Numero, Forma, Ritmo e Simbolo.
Nel Trivium abbiamo parlato di Linguaggio, ossia lo strumento logico-razionale sul quale costruiamo la nostra "mappa del territorio", il nostro modello mentale della realtà, nel Quadrivium invece troviamo il Simbolo, che è invece lo strumento analogico del nostro modello mentale. È l'altro lato della medaglia: la realtà è composta di enti, di "forme pensiero", di singole unità, che sono ognuna, per loro natura, duali. Per poter comprendere le unità e l'Unità che compongono la realtà serve pertanto attraversare un processo di unione della dualità, in questo caso logica e analogica, di cui è composta ogni nostra "idea" relativa tali enti. Per comprendere un fenomeno, dobbiamo unire la comprensione logico-razionale ("scientifica-fisica") del fenomeno a quella analogico-intuitiva del fenomeno stesso, trovando il punto d'incontro tra i due. Punto d'incontro che sta all'incrocio (ed origine) dei due vettori 3 e 4, o nella linea che congiunge Cielo e Terra: il Linguaggio e il Simbolo si fondono per portare alla comprensione di Sé e del Mondo, con l'integrazione dei due aspetti logico-analogico in un'unica idea, un unico modello mentale che è il nostro strumento di lettura e comprensione di noi stessi e della realtà. Per arrivare al Paradiso d'altronde dobbiamo sempre ricordarci che la strada passa sopra al Ponte di Sirah, ossia quel luogo mentale nel quale analogia e logica, lobo destro e sinistro, Anima e Spirito, Zolfo e Mercurio, stanno in perfetto equilibrio: il corpo calloso, che fisicamente è dove passa l'energia della Kundalini, "l'olio Sacro", che risalito per la spina dorsale entra nel cervello attraverso il Midollo Allungato, attraversa appunto il corpo calloso (e le ghiandole vicine) e arriva al Talamo, il letto nuziale, dove si uniscono i serpenti Ida e Pingala.
Nelle Sette Arti Liberali è racchiuso quindi un sistema che ci guida nella nostra salita verso il Cielo, la scalata del Monte Sacro, o la strada che conduce al Paradiso. Un percorso, una ricerca che si fonda sul conoscere e sull'osservare sia dentro che fuori (Tutto è Uno), e che pertanto porta a conoscere "il Sé, l'Universo e gli Déi" attraverso una Via che indaga una realtà Duale (Cielo e Terra). Trivium e Quadrivium sono pertanto, nella loro essenza più intima, gli strumenti attraverso i quali ognuno di noi misura, indaga, e percepisce la realtà. Inoltre sono anche, in quanto sistemi o scienze, o Arti, gli strumenti, la conoscenza, che ci guida verso la Libertà, ossia fuori dalla gabbia dell'individualità, e quindi attraverso la Via che ci riporta al Vero e all'Uno.
Il numero è Tutto, dicevano i seguaci di Pitagora. A noi appare molto strano definire e classificare i numeri in quanto «finiti, o infiniti; pari, o dispari; singoli, o multipli; destra, o sinistra; maschio, o femmina; curvi, o rettilinei; chiari, o scuri; buoni, o cattivi; quadrati, o rettangolari». Del pari, ci sembra assai bizzarro dire che cinque è il numero dell'amore e otto quello della giustizia ma riflettendo sul pensiero che ha generato tali attribuzioni, tutto questo ci apparirà più comprensibile.
Se la mente umana è in grado di operare distinzioni, è comprensibile che il numero due abbia un significato diverso dall'uno. La capacità di distinguere implica la differenza, e la differenza richiede il due per essere dotata di un certo senso. Naturalmente, possiamo farci ingannare dal linguaggio e opinare che non esiste la possibilità di dimostrare che la lingua corrisponde alla realtà. Da questo inganno non c'è modo di sfuggire; tuttavia, se riconosciamo che il linguaggio corrisponde effettivamente, in qualche modo, alla realtà, dal punto di vista filosofico il numero si carica di significato e non sarà mai una pura astrazione intellettuale.
Dal punto di vista dell'esperienza quotidiana, l'universo ci appare un sistema incredibilmente complicato composto da una moltitudine di apparenti singole unità. Un'anatra è un'unità, composta da una pluralità di cellule, ognuna delle quali è un'unità costituita da una molteplicità di molecole, a loro volta singolarmente composte da una moltitudine di atomi, ciascuno dei quali è costituito da una moltitudine di particelle che il linguaggio ordinario non riesce più a descrivere e suddividere. Viste da una certa angolazione, le particelle sono anch'esse unità, ma in un altro senso appaiono più come un modello comportamentale dell'energia; ed è l'energia che oggi viene ritenuta l'unità basilare dell'intero universo fisico.
Lo stesso schema di pensiero applicato a livello macrocosmico conduce alla medesima conclusione. L'anatra è un'unità, un aspetto del pianeta terra, che è a sua volta un'unità, una parte del sistema solare, il quale è un'unità ecc., e così via fino alle galassie che, unite, costituiscono l'inimmaginabile unità che denominiamo «universo». I positivisti e certi filosofi del linguaggio direbbero che il concetto di universo è fallace, che il cosmo è un'illusione, al pari della somma delle parti che lo compongono. Ma, in tal caso, perfino l'anatra e i positivisti sarebbero un'illusione, nient'altro che la somma delle loro parti.
La pluralità presuppone l'unità e sarebbe sprovvista di senso se non avesse un significato anche l'unità. Entrambi i termini conferiscono un significato reale, e non astratto, ai numeri.
Nei prossimi articoli analizzeremo più nello specifico proprio i princìpi Numerici, geometrici e armonici alle fondamenta dello Zodiaco. A presto.
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