Ho avviato lo PsyClub con l'obbiettivo di costruire un "gruppo di pratica" genuino. Il che non è certo facile, e i motivi sono vari. Questi motivi sono legati alle difficoltà alle quali finora, credo, è andato più o meno incontro qualuque "ordine iniziatico" e/o "gruppo spirituale", come anche chiunque (o quasi) abbia provato ad affrontare un percorso iniziatico all'interno di un "gruppo di pratica spirituale". Queste difficoltà le abbiamo incontrate più volte nei miei articoli, ma riprenderò qui brevemente le principali in quanto ci serviranno come premesse per vedere poi (nell'articolo successivo) come lo PsyClub le affronta e come si distingue quindi da altri "ordini iniziatici" e/o "gruppi spirituali".
1) Ben pochi ricercano la Verità, mentre i più cercano solo ulteriori illusioni. Come già spiegato negli articoli precedenti, i più preferiscono stare aggrappati alle loro illusioni piuttosto che tuffarsi nell'oscurità dell'incertezza e della trasmutazione interiore. E dato che un gruppo iniziatico lavora sulla demolizione di queste illusioni, i più, di fatto, non sono interessati ad entrare in gruppo di pratica. Infatti in molti "gruppi spirituali" più che lavorare su di sé si cercano solo ulteriori giustificazioni per fortificare le proprie illusioni, finendo per creare sette e culti che di "spirituale" chiaramente hanno ben poco.
2) La maggior parte delle persone vengono indottrinate fin da piccole a separare la scienza dalla religione. Questa separazione porta molte persone a rabbrividire davanti alle parole "scienza sacra", in particolare a chi ha visione scientista e/o fideistica della conoscenza, che a loro solitamente appaiono solo come un ossimoro e un'abberrazione (e il significato che viene loro dato di solito, effettivamente hanno pure ragione). La Conoscenza di Sé invece è un percorso di congiunzione degli opposti, nel quale scienza e spirito si fondono. Ogni viandante infatti dovrebbe impegnarsi nello studio e nella pratica tanto della scienza profana (in particolare della logica e della filosofia della scienza) che di quella spirituale (sacra), fondendo entrambe nel suo percorso.
3) Oggi siamo abituati ad avere sempre la soluzione pronta per l'uso. Se arriva il mal di testa c'è la pillolina, se il frigo è vuoto c'è il supermercato, se soffri d'ansia c'è lo psicologo (o altre pilloline), e così via. Soltanto in pochi ambiti come lo sport soppravvive ancora la comprensione della necessità dello sforzo e della disciplina. Per tutto il resto invece tendiamo a cercare di "vincere facile". Anche nell'ambito della "spiritualità" è così, e tanto la moderna diffusione della New Age quanto il più generale allontanamento dal sacro dello pseudo esoterismo moderno, ne sono soltanto la dimostrazione. C'è chi cerca il guru che sveli loro i più profondi segreti per ingigantire l'ego, e per questo vanno dal santone di turno, fanno prima reiki e/o il corso per leggere i registri akashici, pregano i "maestri ascesi", eseguono (ciecamente) i riti di questo o quel culto, o cose simili. O c'è chi si crede migliore di chi segue la new age solo perché lui/lei invece studia una qualche sorta di "tradizione" di cui in realtà ha capito ben poco. In entrambi i casi si cercano solo delle giustificazioni per sentirsi più sicuri e illudersi di essere più lontani degli altri dall'oscurità. Illudersi però serve solo per rimanere dove si è, ossia immersi nell'ego. La Conoscenza di Sé invece, come uno sport, richiede impegno e disciplina, una dieta e uno stile di vita appropriati, ma anche una mente aperta e curiosa, affamata di domande e di Verità. Il viandante infatti non dovrebbe mai illudersi che qualcuno possa dargli delle risposte, ma dovrebbe tenere sempre ben presente che la Verità può trovarla solo e soltanto dentro sé stesso. Proprio per questo dovrebbe prendere gli insegnamenti e i consigli dei suoi compagni di viaggio e della Tradizione sempre e solo come delle possibili indicazioni, come dei suggerimenti, mai come dogmi indiscutibili, e per questo dovrà farsi sempre tante domande, mettere in dubbio qualunque cosa e dedicarsi alla pratica, che è il solo modo di trovare la Verità.
4) Serve tempo. Non solo per la pratica, alla quale serve dedicare come minimo 20-30 minuti al giorno, o idealmente anche di più. In un percorso iniziatico poi c'è anche la parte di studio, alla quale sarebbe bene dedicare almeno 3-4 ore a settimana (che vorrebbe dire, sommando studio e pratica, almeno 60-80 minuti al giorno). E, come se non bastasse, se si decide di far parte di un ordine iniziatico bisogna anche dedicare del tempo per confrontarsi con gli altri membri, partecipare alle discussioni, alle attività e/o ai lavori del gruppo, in base a come è organizzato. Quindi, appunto, serve tempo. Ogni viandante dovrebbe sapere che chi cerca scorciatoie nella via verso il Sé alla fine finirà soltanto per perdere tempo, e che prima o poi dovrà ritornare sui passi che ha saltato. Quindi, a maggior ragione, serve prendersi il proprio tempo. Comunque, ogni viandante dovrebbe anche ricordarsi che nonostante la via sia piuttosto lunga, l'importante è godersi ogni passo del viaggio, senza preoccuparsi troppo di quanta strada rimanga da fare, perché tanto più ne rimane e più ci sarà da divertirsi. È anche vero, però, che ogni viandante dovrebbe sempre usare il buon senso: se dedica del tempo ad una pratica, non importa quanta strada rimane da fare, l'importante è quella pratica lo porti a dei risultati, preferibilmente nel breve termine, o ancora meglio ogni volta che viene fatta la pratica. Inoltre, i risultati devono essere costanti, ossia devono attuare una continua trasmutazione interiore. Quando ci guardiamo allo specchio, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, dobbiamo vedere ogni volta una persona nuova. Dobbiamo crescere, in quanto deve espandersi la nostra coscienza/consapevolezza. E quando ciò non avviene, bisogna usare il buon senso, ed eventualmente essere sempre essere pronti a cambiare strada, senza credere a chi prova a scaricare falsamente la colpa su di noi (l'unica "colpa" che possiamo avere è quella di non praticare).
5) Serve Volontà. Molti hanno l'abitudine di perdere ore sui social o sui videogiochi, o di passare notti intere a guardare serie tv, per intrattenere le loro povere menti e distrarle dalla vacuità della loro esistenza. Ciò è un sintomo, sostanzialmente, dell'essere infelici e privi di volontà. Dedicarsi allo studio e alla pratica spirituale invece richiede impegno e fatica, e quindi una forte Volontà di superare le proprie illusioni e guadagnarsi la Sapienza con "sangue e sudore". Alla maggior parte delle persone, prese dai mille impegni e problemi della vita, questa volontà manca. Manca perché alla base è assente un'educazione di fondo che fornisca la forza e la motivazione per dedicarsi al lavoro su di sé. Ma la Volontà manca anche perché, essendo un muscolo, va allenato, e la facilità con la quale le persone perdono tempo a guardare video di gatti sui social dimostra solo quanto questo muscolo nei più sia atrofizzato. Per questo, soprattutto all'inizio, ogni viandante dovrebbe accettare che per procedere sulla via bisogna affrontarla con uno spirito "eroico e guerriero", sforzandosi fino alle lacrime di buttare meno tempo possibile nel futile e nel superfluo e dedicarsi (quantomeno quella mezzora al giorno) alla pratica. Chi invece non ha (ancora) abbastanza volontà dovrebbe dedicarsi piuttosto, anche saltuariamente, a degli esercizi preparatori come la Meditazione della Centratura, e inoltre a studiare i testi sacri, a migliorare la sua dieta (se necessario) e a farsi qualche lunga camminata, fino a quando non avrà allenato a sufficienza il muscolo della volontà per riuscire a praticare tutti i giorni.
6) Il percorso è lungo. Molto lungo. Tanto da necessitare di anni e anni di pratica. E poi come detto c'è lo studio: gli argomenti sono tanti (e, almeno fino a un certo punto, tutti necessari a proseguire con la pratica). Ciò non implica soltanto che ci vogliono tempo e volontà, ma che servono anche tanta curiosità, apertura mentale e capacità di integrare punti di vista differenti. Serve adottare una visione olistica della conoscenza e acquisire una comprensione integrale della realtà. La pratica iniziatica è uno stile di vita che porta a vivere ogni momento con maggiore presenza e consapevolezza. Come possiamo vivere con maggior presenza e consapevolezza i momenti nei quali ci nutriamo, se non ci rendiamo minimamente conto di quali effetti ha il nostro nutrirci sulla nostra digestione, sulla nostra mente o sull'ambiente? Come possiamo comprendere la scienza sacra, se non sappiamo nemmeno cos'è la scienza e/o non abbiamo la minima idea di cosa sia la filosofia della scienza? Come possiamo aprirci ad una comprensione più ampia e profonda della realtà se rimaniamo ancorati alle nostre illusioni? Chiaramente, non possiamo. Pertanto, prima di affrontare un percorso iniziatico, ogni viandante dovrebbe mettersi in testa che - proprio perché nessuno ha la verità in tasca e c'è sempre da imparare - la via è una continua ricerca, composta dal giusto equilibrio tra studio e pratica. Una ricerca nella quale dobbiamo continuamente metterci in discussione ed esser capaci di abbandonare tutto ciò che credevamo "vero", così da poter affrontare e superare i nostri limiti.
7) Tanti hanno paura di dover praticare anni e anni per poi non concludere nulla. Come suddetto, se - nel breve termine - la pratica non porta risultati, o ne porta troppo pochi, è meglio cambiare strada. È anche vero, comunque, che bisogna pure avere un po' di buon senso e saper valutare i risultati ottenuti. Ovvero: se "faccio" la Meditazione della Centratura tutti i giorni, ma mentre la faccio penso ad altro, o la faccio "a modo mio" senza sapere cosa sto facendo, poi non dovrei stupirmi se non ottengo risultati. Oppure, un esempio che ho incontrato più volte sono quelle persone che iniziano a fare una tecnica, e poco dopo cominciano a percepire "entità" e sentirsi bene quando le percepiscono. E dato che si sentono bene, ne concludono che è un'esperienza positiva. Ma siamo proprio sicuri che sia così? Oppure, alcuni fanno tecniche per manifestare i loro desideri, e a volte anche ci riescono. Ma di nuovo, siamo sicuri che non si stanno perdendo qualcosa? Manifestare tutti quei desideri, li rende veramente felici? Manifestare i desideri e/o percepire le entità li fa evolvere in senso interiore? Io, per così dire, ho qualche dubbio. Quindi, nel valutare questi risultati, bisogna appunto avere anche un po' di buon senso, oltre al coraggio di guardarsi allo specchio e osservare - se e come - la pratica ci sta trasformando.
8) Bisogna fare i conti con la possibilità di "finire in una setta", "fare magia nera", "ritrovarsi ad adorare un guru", "dover accettare imposizioni, dogmi o simili", o trovarsi più in generale in qualche situazione spiacevole nella quale qualcuno cerca di approfittarsi di noi. Ovviamente tutto ciò dovrebbe essere contrario agli scopi di un ordine iniziatico. Come evitare di finire una setta? L'unico modo che conosco è quello di studiare le tecniche utilizzate nella costruzione e nello sviluppo di una setta, così da poterle riconoscere ed evitare. Lo studio di queste tecniche (dare un nuovo nome alla persona, obbligare a certi schemi/comportamenti/credenze, assegnare compiti ripetitivi e frustranti, eccetera) per il quale possono essere sufficienti anche uno o due libri (non serve diventare degli esperti dell'argomento) a mio avviso dovrebbe essere fatto da qualunque viandante (dotato di buon senso) prima di bussare alle porte di un ordine iniziatico, o pseudo tale (nell'articolo Risorse Utili puoi trovare alcuni consigli di lettura sull'argomento).
9) Bisogna fare i conti con la moderna decandenza della società, della cultura e della spiritulità, e con tutto ciò che ne consegue (come per esempio un alto tasso di analfabetismo funzionale). La New Age ha trasformato la spiritualità in un mercato, nel quale pur di vender si promuovono le più incredibili stupidaggini, e cosa (quasi) più incredibile è il numero di pesci che abboccano all'amo. Ciò ha portato molti a credere che la spiritualità sia qualcosa di ben diverso da ciò che in realtà è. E se ognuno si limita a vedere la sua idea personale idea di "spiritualità" e a seguire pertanto i suoi personali obbiettivi, chiaramente una percorso di ricerca "spirituale" fatto insieme ad un gruppo non ha più molto senso. Purtroppo per loro la Verità non è opinione, infatti la "spiritualità" è una scienza, ben lontana dall'opinione o da visioni "personali" della vita o dell'esistenza.
10) Bisogna fare i conti con i soliti stereotipi a cui si pensa quando si parla di un ordine iniziatico, come per esempio l'idea che si debba per forza, per vari motivi, partecipare a qualche sorta di rituale, o fare dei giuramenti, o cose simili. Chi crede che un percorso iniziatico debba per forza essere legato ad un percorso di magia cerimoniale, o cominciare necessariamente con un qualche "rito iniziatico", "benedizione", "trasmissione di una certa energia", "prova di forza", "segreti" o cose simili, sa ben poco di magia. Il cammino iniziatico è un percorso di Conoscenza (di Sé) che può passare anche per l'utilizzo della magia cerimoniale, ma ciò non è assolutamente necessario, nè tantomeno il modo "migliore". In ogni caso, in un percorso di "alta magia" il mago impara a costruire da solo i suoi riti/rituali, e non ha alcun bisogno di fare altri riti/rituali che non si sia costruito da solo. E, più in generale, non dovrebbe fare alcuna cosa per "cieca fede", ma, da mago/a, dovrebbe agire sempre conoscendo e comprendendo molto bene ("scientificamente") ciò che fa.
11) In generale la "spiritualità moderna" (in senso lato) si è quasi del tutto dimenticata del Senso del Sacro. Conoscere Sé Stessi implica espandere la propria coscienza per prima percepire e poi - vivere - l'etere multidimensionale. La "realtà" infatti è fatta di etere, e la materia che tutti conosciamo è solo lo dimensione più densa dell'etere. Sviluppare il Senso del Sacro e affrontare un percorso "spirituale" significa (o dovrebbe significare) quindi prima di tutto imparare a percepire e a vivere la multidimensionalità dell'esistenza. E con ciò intendo qualcosa di ben diverso dal parlare di energie, di entità, di maestri ascesi, di luce e brillantini, di chakra, di frequenze, e di cose simili, senza avere una reale comprensione (scientifica e sperimentale) dell'argomento, che vada oltre il sentito dire, le letture, le illusioni dell'ego, o qualche vaga percezione mai analizzata con un po' di buon senso, senza alcun riscontro sperimentale ed oggettivo, e molto probabilmente senza neanche una comprensione basilare dell'anatomia e della fisiologia della percezione energetica.
12) La gerarchia. In molti ordini iniziatici ai membri è assegnato un grado, e quindi l'ordine è suddiviso in una precisa gerarchia. Nella maggior parte dei casi abbastanza chiaramente queste gerarchie servono solo per dinamiche di potere. In un cammino iniziatico l'unica gerarchia che dovrebbe essere stabilita è quella che pone il Sé sopra qualunque "maestro" o "entità": infatti questa potrebbe benissimo essere un'ottima discriminante nel capire se un ordine è "genuino" oppure no.
13) Un po' per tutti i motivi suddetti, e altri ancora, siamo finiti a vivere in un'era dell'invidualismo, nella quale ormai sono ben pochi a svegliarsi ogni mattina spinti da una loro propria visione, missione e filosofia. Figuariamoci quindi quanto possa essere difficile arrivare a costruire addirittura un gruppo nel quale i membri condividono una stessa visione, missione e filosofia, se loro per primi non ne hanno una. E se i membri di un gruppo non hanno una loro visione, allora probabilmente sarà il gruppo a dargliela, alimentando dinamiche egoiche e aprendo le porte alla manipolazione.
Riprenderò questi 13 punti nel prossimo articolo.
Alzatevi, camminate e divertitevi!
A presto.
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