Sullo PsyClub, Parte 1: Origine

Sullo PsyClub, Parte 1: Origine

In questa serie di articoli vi parlerò dello PsyClub: comincerò dalle idee che mi hanno portato ad avviare questo progetto, per passare poi a fare una panoramica del percorso iniziatico qui proposto, e arrivare infine ai principi, ai valori e agli obiettivi del club. Il discorso non sarà proprio breve: al momento ho suddiviso gli argomenti in otto parti/articoli. Cominciamo quindi subito con un po' di storia.

Fin da piccolo, in un modo o nell'altro, sono stato attratto sia dalla logica (o più in generale dal buon uso della razionalità, e quindi anche dalla scienza), sia da aspetti più spirituali. L'interesse per la logica mi ha portato presto a sviluppare la passione per l'informatica e la programmazione, mentre l'interesse verso la spiritualità mi ha portato a praticare la meditazione, e mi ha avvicinato poi all'esoterismo e alla tradizione ermetica. Questi miei due interessi, la scienza e lo spirito, non solo sono proceduti parallelamente, ma spesso e volentieri si sono anche intrecciati, all'inizio poco e poi sempre più, fino a sposarsi del tutto. E, da questo matrimonio, dopo qualche tempo, è nato lo PsyClub.

In effetti, questa unione tra scienza e spirito è qualcosa che ho sempre cercato. Con la mia visione logico-scientifica infatti ho sempre guardato male l'approccio religioso-fideistico, la "cieca fede", in qualunque cosa. E ciò mi ha portato non solo a farmi tante domande su vari aspetti della vita, ma soprattutto appunto e cercare un modello di comprensione della "spiritualità" che fosse invece razionale e oggettivo, fondato su conoscenze verificabili sperimentalmente (potenzialmente) da chiunque.

Il motivo per il quale per vari anni ho cercato questa unione tra scienza e spirito pone le sue radici proprio nella mia mentalità logico-razionale, che mi ha spinto a osservare le cose nella loro "essenzialità" (e senza tanti giri di parole). Ho capito molto presto che la religione è solo uno specchietto per le allodole, "l'oppio dei popoli", il cui scopo è evitare l'evoluzione interiore degli individui (mi riferisco in particolare a come la religione viene strumentalizzata e professata alle masse). Come ho capito molto presto che se così tante persone hanno bisogno di credere in qualcosa (da cristianesimo, buddhismo o new age, fino a ideologie, carriera, o tv) è perché la "religione" offre loro ciò di hanno bisogno, ossia di sicurezze, di un punto di riferimento che dia senso alla loro esistenza. Queste sicurezze servono alle persone per evitare di cadere in una condizione di incertezza e vacuità interiore nella quale ogni azione perderebbe senso, in quanto appunto verrebbe a mancare un punto di riferimento verso il quale orientare la propria vita.

Proviamo ad essere più chiari: se non lo hai mai fatto prova, almeno per qualche secondo, a prendere in considerazione l'idea che tutto ciò che sai, o che credi di sapere, è falso. Tutto ciò che vedi, che tocchi, o che hai assaporato, tutto ciò che hai vissuto, ciò che hai appreso e che ricordi, tutto ciò di cui hai riso o per cui hai sofferto, è falso. Tutto è illusione. Nulla di ciò è reale. Anche se film come Matrix ci hanno un po' messo quest'idea in testa, difficilmente la gente la considera seriamente, per il semplice motivo che appena si pensa a questa ipotesi "la ragione" interviene subito a negare l'ipotesi stessa, in quanto a causa della sua cecità non vede possibili conseguenze utili, entra nel caos, si spaventa, e rifugge l'idea. Ma se tutto ciò è illusione, allora cos'è reale? Reale (ciò che esiste) è proprio ciò che resta in quella vacuità nella quale ci troviamo quando consideriamo che tutto è illusione: la Coscienza.

E qui arriva proprio la parte più difficile, perché proprio nell'oscurità che ci si presenta di fronte nella condizione di vacuità troviamo la prova e lo specchio della nostra inconsapevolezza e della nostra immaturità. Sempre in questa oscurità però possiamo trovare anche la fonte della consapevolezza, la Luce della Sapienza, la causa e lo scopo della nostra esistenza. Per farlo però dobbiamo prima trovare il coraggio di abbandonare tutto ciò che crediamo "vero" e "reale" e metterci a cercare dentro di noi, facendo di quella vacuità la nostra casa. "Visita interiora terrae rectificando invenies occultum lapidem": visita l'interno della terra e rettificando troverai la pietra nascosta.

La ricerca quindi inizia nella vacuità, che ci permette di visitare l'interno della terra, di entrare dentro noi stessi, e termina quando si trova la pietra nascosta. Questo termine però non è la fine, ma è solo un nuovo inizio: la pietra nascosta è infatti la pietra di fondazione del tempio, ed una volta trovata inizia quindi l'opera di costruzione del tempio stesso. La pietra di fondazione è il nostro centro, il nostro Sole, è la Luce della Sapienza che ci insegna a realizzare la Grande Opera, è il faro perenne e incorruttibile che dà senso alla vita stessa.

Ciò che sto affermando non va preso come un dogma, una "verità assoluta", qualcosa in cui credere solo perché ci piace l'idea, ma è invece un'ipotesi da verificare attraverso la pratica. E se in pochi hanno compreso la verità di ciò che affermo, è proprio perché questa pratica è sconosciuta ai più. D'altronde per conoscere sé stessi non basta semplicemente abbandonare le nostre credenze o rilassare la mente, ma serve un'opera consapevole e metodica per domare la mente e "rettificare" l'anima. Ovviamente non si può saper fare ciò che non si sa fare, ma si può almeno provare, fare dei tentativi. Molte persone tentano di tutto pur di guadagnare più soldi, perdere peso, essere felici, sentirsi accettati, e cose simili, ma poche persone provano a domare la propria mente. Infatti i più finiscono per essere domati dalla loro mente, invece del contrario. Proprio per questo dedicano il loro tempo ad autoilludersi, convincendosi che quando avranno più soldi, o avranno perso peso, o avranno finito l'università, o si saranno sposati, o se andranno in chiesa tutte le domeniche, o se si dedicheranno di più lavoro, o avranno l'ultimo dello dell'attuale gadget di moda, eccetera, allora la loro vita cambierà, finalmente saranno felici ed otterranno la salvezza eterna.

D'altronde quasi tutti siamo cresciuti in una società che ci spinge a vivere come degli automi dediti unicamente al lavoro e alla decadenza, istruiti per essere tutti uguali, fino addirittura a dimenticarci delle differenze tra maschi e femmine. Viviamo nella società delle macchine, nella quale si fa di tutto per evitare di esprimere la propria unicità, e non si fa altro che seguire i binari posati da chi ha già deciso per noi il nostro passato, presente e futuro. Credo saremo tutti d'accordo sul fatto che sia molto più facile stare dentro la zona di comfort piuttosto che uscirne fuori, ma di certo non siamo tutti d'accordo sul fatto che vivere significa (anche) crescere sia con il corpo fisico che con la mente e lo spirito, e quindi sforzarsi di uscire dalla zona di comfort attraverso un'azione eroica e guerriera che sfondi i limiti del conosciuto e che ci porti ad espandere e approfondire la nostra comprensione di noi stessi e del mondo.

Per citare un qualche fisico (giusto per rimanere in tema di scienza), "noi siamo polvere di stelle che osserva polvere di stelle". Ovvero, noi siamo un "cosmo" che si è incarnato nell'umano per conoscere e osservare sé stesso. Nel fare ciò però non dobbiamo fare come la scienza moderna che guarda solo in basso, ossia alla materia, ma dobbiamo guardare anche in alto, alla nostra origine: la Coscienza. Ossia, come il cosmo, dobbiamo "rinascere in noi stessi" per poter guardare là dove tutto nasce, per ricordarci chi siamo e tornare a quel centro originario che è il cuore della vita che batte nel nostro petto.

Nell'intento che ha portato alla nascita dello PsyClub c'è anche la volontà di costituire un gruppo di ricerca sulla Conoscenza di Sè. Prima però ci sono ancora alcuni aspetti che vanno approfonditi. Continuerò il discorso nel prossimo articolo.