La Meditazione: dal Significato Etimologico a quello Esoterico.

La Meditazione: dal Significato Etimologico a quello Esoterico.

Colui che conosce gli altri è sapiente, colui che Conosce Sé Stesso è illuminato.

- Lao Tzu, Tao Te Ching .

Questo è il primo di una serie di articoli sulla Meditazione. Qui, partiremo dal classicissimo "cosa vuol dire meditare?", per poi addentrarci successivamente, sempre più, in questo argomento. Proviamo quindi a rispondere a questa domanda, cominciando dall’etimologia di questa parola.

Meditare: [...] dalla radice ma- [MAN-], che nelle lingue arie ha il doppio senso di misurare e di pensare, conforme è spiegato alle voci Medico e Mente. Propriamente, misurare con la mente; indi Volgere nell’Animo. Ripensare; Considerare alcuna cosa fermandovi a lungo il pensiero, Riflettere; e più particolarmente Ordire, Tramare, Macchinare.

- Meditare, Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana Ottorino Pianigiani.

Una definizione ricca di spunti e di significati. Dalla radice della parola, già possiamo trovarne, ovviamente, il significato di pensare, ovvero misurare, "ponderare le idee": quando pensiamo a qualcosa infatti lo misuriamo, lo valutiamo, ovvero gli diamo un valore in base al metro che usiamo, per determinare il nostro giudizio ("Mi piace la mostarda di cipolle?", "Devo chiamare Mario?", "Voterò a favore o contro il nucleare?", etc). Quindi, appunto, "misuriamo con la mente". Come insegna il buon Filosofo:

L’uomo è misura di ogni cosa.

- Protagora.

Quante volte ci è capitato di dire, con un po' di amarezza, "ah! non ci ho pensato!" perché abbiamo "misurato" qualcosa troppo in fretta, senza averne soppesato a dovere i vari aspetti? Se ci avessi "meditato" un po' su, forse, avresti potuto capire quali aspetti non avevi soppesato a dovere ed avresti pesato meglio le tue scelte. In conseguenza alle nostre "misure" determiniamo la nostra realtà: decisioni, comportamenti, azioni, possibilità, credenze, valori, gusti, relazioni, etc. Non a caso, nella definizione, appena dopo leggiamo anche "indi" - dopo la misura - "volgere nell'Animo" (animo: vento, soffio, anima, vita).

Rileggiamo: "misurare con la mente; indi Volgere nell’Animo". Meditare significa quindi, considerato anche quanto suddetto, misurare, ponderare le nostre scelte. Questo è un significato molto importante. La maggior parte delle persone giustifica con la ragione quelle che sono scelte che sono guidate in realtà dalle emozioni, dagli istinti o anche da condizionamenti esterni, e questo vale per la maggior parte delle loro azioni/comportamenti. Con la meditazione quindi misuriamo ciò che andremo a "Volgere nell’Animo". Quanto detto può essere inteso in vari modi.

Meditare quindi non è un semplice pensare, e con il successivo "ripensare" nella definizione andiamo anche oltre. Ripensare, pensare di nuovo, in modo differente, cambiando punto di vista, girando e rigirando l'oggetto del nostro pensiero per rivalutarne i vari aspetti: il che ci porta, implicitamente, al "considerare alcuna cosa fermandovi a lungo il pensiero".

Quel "fermandovi a lungo il pensiero" è proprio il punto chiave e fondamentale nella definizione di meditazione: direzionare l'attenzione - a lungo - verso un determinato obiettivo. La maggior parte degli individui, che non hanno una mente molto "allenata", riescono a fissare il pensiero su un determinato obiettivo, a farla grande, forse per un minuto o poco più, poi gli arriva un qualche nuovo stimolo che devia la loro attenzione e pensano a qualcos'altro, spostando continuamente l'attenzione da un pensiero ad un altro. Se non ci credi, smetti di leggere e prova: pensa ad una pallina da golf e fai partire il cronometro, poi fermalo appena ti accorgi che non stai più pensando alla pallina da golf. Probabilmente, se non sei abituato a meditare, quando fermerai il cronometro i secondi saranno meno di 60. A cosa serve fare tutto questo? Allenare la nostra attenzione, la nostra volontà, il nostro "focus", vuol dire allenare la nostra capacità di direzionare il nostro "flusso mentale" e, con esso, la nostra vita.

Quando gli individui non sono in grado di essere padroni del proprio pensiero, della propria mente, allora sarà la mente a fargli da padrone, usando gli strumenti, i "programmi", che ha a disposizione, di solito costruiti da altri (televisione, religione, genitori, amici, eventi vissuti, etc). Se non dominiamo la mente, e con essa i pensieri, e quindi la nostra vita, sarà la mente a controllare noi, trasformandoci in spettatori che osservano passivamente ciò che passa la tv, incapaci di cambiare canale.

Meditare bisogna su ciò che procura la felicità, poiché invero se essa c'è abbiamo tutto, se essa non c'è facciamo tutto per possederla.

- Epicuro.

La Meditazione, comunque, non serve "soltanto" ad allenare la volontà. Torniamo alla definizione etimologica: siamo giunti al "Riflettere". Cercandone i vari significati nel dizionario, troviamo: "considerare attentamente" (soffermando la nostra attenzione in ogni singolo dettaglio dell'oggetto della meditazione), "rinviare per riflessione una luce, un suono", "del viso, dello sguardo, ecc., manifestare uno stato psicologico" e altri. Con questi e gli altri significati di riflettere che non ho citato e che ti invito ad andare a leggerti, si potrebbero fare diverse osservazioni e analogie inerenti col nostro discorso. Qui, entriamo anche nell'aspetto un poco più esoterico (=interiore) della meditazione... il quale sarà approfondito ulteriormente negli articoli successivi.

Quando pensiamo a qualcosa, immaginiamo quel qualcosa nella nostra mente, creando una sua immagine all'interno di noi, un'immagine che, per l'appunto, è un riflesso: un "pensiero-specchio" che ci "rinvia per riflessione una luce, un suono" che ci permette di osservare la sua fonte. Quali forme mostra quella luce? Quali note compongono quel suono? Ogni dettaglio ci indica la sorgente che ha dato origine a quel riflesso, a quello "stato psicologico" che, solo chi va a "considerare attentamente", può comprendere cosa esso riflette.

Proprio come uno specchio, la meditazione ci permette di osservare noi stessi, capire come siamo fatti e chi siamo veramente. Lo scopo principale della Meditazione infatti è il proverbiale, e cruciale, "Conosci Te Stesso".

Ma ritorniamo quindi alla parte finale della definizione, nella quale penso sia evidente che per ordire, tramare, o macchinare, serva fare un po' tutto ciò che abbiamo detto finora, ma qui, alla fine, comprendiamo anche un altro punto chiave, che può sembrare forse scontato, ma che comunque è importante: cioè che si medita per un motivo, meditare è diverso da fantasticare, non è un vaneggio senza capo ne coda, meditare è un'azione concreta, che ci porta al raggiungimento di uno scopo, di un obiettivo: l'obiettivo per il quale, appunto, meditiamo.

L'obiettivo principale, ricordatelo sempre, è Conoscere Te Stesso: una strada lunga che si può percorrere solo attraverso la meditazione, la pratica, la disciplina, la Tradizione, che, passo per passo, ci dirigono lungo la Via. Ogni passo ti porterà sempre più vicino alla tua meta: ognuno di questi passi li puoi fare soltanto osservando te stesso, guardandoti dentro, praticando ogni giorno, meditando su come sei fatto, cosa fai, dove sei, cosa vedi, cosa senti, cosa pensi, cosa provi, cosa sei, chi sei. Perseguendo, con devozione, la ricerca del Sé Divino.

Una volta compreso quindi che l'obiettivo primario è il "Conosci Te Stesso", ora bisogna capire quali sono gli obiettivi secondari che conducono a quello primario. Uno lo abbiamo già visto: allenare la volontà. Altri sono, ad esempio, la centratura, l'autocontrollo, la disciplina mentale, lo sviluppo dei sensi sottili. Spiegherò meglio questa parte, insieme ai vari esercizi, negli articoli successivi.

Tornando alla prima frase nella definizione etimologica riguardante la radice della parola, notiamo che rimanda ad altre due voci: "conforme è spiegato alle voci Medico e Mente". Per la Mente l'associazione con Meditazione è implicita, ma con Medico, forse no. Cosa ci vuole dire, simbolicamente, questa relazione? Ci vuole dire che la pratica della meditazione è un'azione guaritrice: guaritrice per il corpo, per la mente, per l'anima e per lo spirito. Con la Meditazione ti trasformi nel medico di te stesso: infatti quando mediti, medichi i vari aspetti della tua vita, andando a curare ciò che ti allontana dal Centro, dall'Essere ed dall'Esprimere Te Stesso, per trovare così una maggior pace interiore, avere più equilibrio psico/emozionale, diventare individui felici e realizzati. In particolare, pian piano ci si può guarire da una "malattia" molto brutta: ovvero l'Ego (il falso io, ciò in cui ci identifichiamo), che con la meditazione è possibile eliminare, insieme a tutta la relatività e la soggettività che si porta dietro.

Ho spiegato più volte che l'origine filologica delle due grandi radici culturali indoeuropee è quest’attività per la quale l'uomo è l'uomo, il pensare. Pensare è già qualcosa come pesare. Le due radici sono men e med. Da men viene mens-mentis, mein, mensura, e anche, nei linguaggi anglosassoni e germanici, mount che deriva da moon, perché la luna serve a misurare, mind, e dunque la misura, la quantità, la quantificazione, lo studio dei comportamenti di una certa realtà che si possono tradurre in termini matematici misurabili.

I colori, prima della scoperta del significato di onde e di frequenza, non si potevano misurare; quindi i colori, basti pensare a Goethe, non entravano nella scienza. Oggi abbiamo trovato i parametri di correlazione e possiamo dire giallo, verde ecc... perché abbiamo trovato una certa lunghezza, un certo numero di Angstron, una certa frequenza, che ci permettono di stabilire una correlazione, ma nessun uomo attuale identificherà il numero di Angstron che definisce il verde con il colore verde. Nel colore verde ci sono molte altre cose. Nella luna anche ci sono tante altre cose. Domandate ai cani quando c'è un'eclisse, domandate ai poeti o agli innamorati; ma noi ormai pensiamo che la luna sia un corpo fisico punto e basta e che le altre siano metafore belle per coloro che ancora non sono scienziati. Contro questo riduzionismo sì esercita la mia critica, non contro ciò che la scienza può dire sul peso, la densità, l'atmosfera, i crateri e tutti gli altri aspetti della luna. La mens rende l'uomo uomo e quindi qualsiasi cosa che vada contro la razionalità, il rigore, la misura sarebbe oscurantismo. L'altra radice è med da dove, molto significativamente, vengono le parole: «medicina», «meditazione», «moderare», nel doppio senso della parola, nel senso di essere modesto, di avere perciò il senso della situazione e nel senso di guidare. «Moderatore» è colui che comanda, ma che comanda adattandosi alla realtà, avendo un sesto senso per vedere come le cose si devono condurre, perché ha visto e sentito qualcosa di più. «Medicina» è la forma di mederi, di farti arrivare alla salvezza, salus; salute e salvezza, soter e soteria, in sanscrito sarvam, che vuol dire «tutto». E meditazione è questo rientrare in armonia con la realtà senza forzarla.

- Raimon Panikkar, Ambiguità della Scienza.