Sullo PsyClub, Parte 4: Tradizione

Quando la conoscenza diventa consapevolezza, e quindi ti trasforma interiormente, non avrebbe senso ignorare ciò che si ha compreso. Penso per esempio anche al percorso che ho fatto e tutt'ora porto avanti con l'alimentazione (percorso che fa parte della pratica iniziatica): sono anni che leggo e soprattutto sperimento e ricerco un'alimentazione ideale sia per il corpo che per la mente, ed anche quindi per la meditazione. Anche questo è un percorso che mi ha dato molti benefici, e proprio per questo oggi non avrebbe alcun senso per me dimenticarmi di tutto ciò che ho appreso e tornare a mangiare come facevo una volta, ossia senza rendermi minimamente conto di come nutrivo il mio corpo e la mia mente e quindi di come il cibo influisce sulla salute e sullo stato psico-fisico, oltre che degli effetti che la mia alimentazione ha per esempio sulla società, sull'economia o sull'ambiente. Con ciò voglio sottolineare che il percorso iniziatico comporta una profonda trasformazione interiore, che porta a vedere la realtà e il mondo in modo differente, e pertanto a volte anche a cambiare i propri obiettivi di vita, a scoprire che ciò che ci attraeva prima ora non ci attrae più, o che ciò che prima non consideravamo improvvisamente assume un gran fascino. O che ciò che prima vedevamo solo come superstizione o stupidaggine, sotto una diversa prospettiva diventa qualcosa di molto più reale e concreto di quanto potessimo immaginare.

Per esempio, un tempo l'archeologia mi interessava molto poco e probabilmente sarebbe ancora così se, ad un certo punto della mia esplorazione della realtà sottile, non mi fossi messo ad approfondire il modo nel quale le società antiche, e in particolare quella romana, utilizzarono le energie sottili nell'architettura e nell'urbanistica. Questo nuovo interesse mi ha portato a visitare alcuni siti archeologici che prima non mi interessavano, a capire che gli antichi romani erano dei maestri nell'utilizzare le energie sottili. Le loro vie principali, come il Cardo e Decumano di tutti gli insediamenti, ma anche la Via Sacra ai Fori Imperiali o la via Appia Antica, sono dei veri e propri "canali energetici" (oggi le chiameremo "Ley Line"), con funzioni ben precise. Per esempio, quella della via Appia Antica poteva servire a proteggere i viandanti e tenere lontane gli animali selvatici come lupi o cinghiali. Oppure la Via Sacra servira a mantenere un ambiente armonico ed energeticamente libero da "forze ostili", oltre che a portare Energia Oro al Tempio di Saturno, il quale aveva uno certo insieme di funzioni, legate appunto al Dio Saturno.

La comprensione della scienza sacra, che è alla base della realizzazione di queste "tecnologie sacre" comincia con la disciplina mentale e con l'apertura dei sensi sottili (per approfondire, vedi: Sul Percorso Iniziatico - Parte 1), che porta all'entrata nel mondo spirituale, ossia nella dimensione del sacro. Queste "tecnologie sacre" vengono ottenute attraverso il "rito", ossia attraverso un uso mirato e consapevole delle forze sottili, che come suddetto vanno comprese e interiorizzate, prima di poter essere utilizzate in un rito. Per poter compiere adeguatamente un rito però non basta disciplinare la mente e conoscere le energie sottili, ma è fondamentale anche essere puri. Infatti le pratiche di purificazione del corpo fisico e dei corpi sottili sono probabilmente le più importanti, quelle sulle quali è necessario concentrarsi di più, soprattutto all'inizio. Non a caso l'operatività alchemica comincia con l'Opera al Nero, la morte iniziatica, nella quale il viandante si libera, ossia si purifica, da tutti i pesi e le scorie interiori che lo ingabbiano nell'illusione e lo privano del sua forza interiore.

All'inizio del percorso iniziatico infatti la percezione, l'esplorazione e la comprensione del sottile procede parallelamente alla purificazione dei corpi sottili. L'una serve all'altra: la percezione permette di scovare le varie dissonanze che pesano sui nostri corpi sottili e quindi a poterle eliminare, mentre l'eliminazione delle dissonanze serve (anche) ad acquisire più chiarezza mentale, quindi (anche) a migliorare la percezione e quindi a poter percepire meglio le dissonanze stesse. Purificare e sviluppare i corpi sottili è fondamentale nella pratica perché i nostri "corpi sottili" sono la nostra mente, e quindi lavorare sui corpi sottili significa lavorare sulla mente. La purificazione dei corpi sottili pertanto è fondamentale per poter raggiungere uno stato di equilibrio emozionale, di chiarezza mentale, di pace interiore, di presenza, di felicità, oltre che per accrescere la connessione con il Sé, sviluppare la volontà, il potere personale, la consapevolezza.

L'ostacolo più grosso, neanche a dirlo, ovviamente è l'ego, intenso come il "falso io", la maschera che portiamo. Ho gia parlato dell'ego inteso come il nostro senso di individualità e separazione del tutto in "Uccidere l'Ego", ma qui con ego mi riferisco più nello specifico a quell'immagine che abbiamo costruito di noi stessi e che chiamiamo "io". I due concetti chiaramente sono intrinsecamente legati, in quanto è proprio l'immagine illusoria che ci creiamo di noi stessi che si separa dal nostro "vero io", ossia il Sé. L'immagine che ci creiamo di noi stessi, come si può facilmente immaginare, ce la costruiamo vivendo, facendo esperienze, confrontandoci con il mondo, facendoci condizionare dagli eventi, guardando la tv, crescendo in un dato ambiente e in una certa cultura, eccetera. Questi però sono solo gli aspetti che possiamo vedere osservandoci "da fuori", ma dentro di noi c'è molto di più. Il limite da superare per guardare le cose più a fondo sta nella percezione del sottile, che ci permette di guardare oltre la dimensione fisica. E qui, appunto, si apre un mondo, e la nostra visione della realtà comincia a cambiare prospettiva.

Uccidere il falso io e superare l'illusione di essere individui, ossia la morte iniziatica, da un punto di vista più esoterico ("interiore") significa sciogliere tutte quelle dissonanze sottili, ossia quei nodi che aggrovigliano la nostra mente. Questi nodi sono proprio il risultato del nostro vissuto: sono i nostri condizionamenti, le nostre credenze limitanti, i nostri traumi. Ma, come dicevo, nei nostri corpi sottili c'è anche di più. Per esempio, c'è il nostro rapporto con le eggregore (le "forme pensiero collettive") alle quali siamo legati (la chiesa, il partito, il club di scacchi, la squadra del cuore), oppure ci sono i "parassiti" - di vario genere - che ci influenzano e ci condizionano nelle nostre scelte. Per liberarsi da tutto ciò non basta un semplice percorso introspettivo-psicologico. Utilizzare la psicologia per lavorare sui nostri corpi sottili sarebbe come provare a capire cosa c'è dentro un uovo guardandone soltanto il guscio da fuori. In un percorso iniziatico invece si impara a percepire direttamente queste dissonanze, a guardarle e a toccarle, proprio come facciamo con qualunque oggetto. Perché anche loro infatti sono fatte di materia, e questa materia è l'etere, o il mercurio, o il prana, è la materia di cui sono fatti i nostri pensieri, le nostre emozioni, i nostri sogni. Questa materia multidimensionale è la materia prima dell'Alchimia, quella che nell'Opera è soggetta alla trasmutazione, che è la materia di cui sono fatti sia i nostri corpi sottili che la realtà (densa e sottile).

Imparare a percepire l'etere multidimensionale pertanto non vuol dire solo poter percepire i propri traumi o i parassiti energetici che abitano in noi, ma anche quelli altrui. Significa poter percepire i pensieri e le emozioni degli altri, ed eventualmente anche generare in loro dei cambiamenti, condizionarli, sia nel bene che nel male. E pertanto, chiaramente, sono argomenti abbastanza delicati, che ogni viandante con un po' di buon senso preferisce tenere per sé piuttosto che dare perle ai porci, i quali finirebbero facilmente per usarle in modo poco appropriato. La Sapienza va meritata e sudata un passo alla volta, e più che pretendere di arrivare subito dove ancora non possiamo, dovremmo solo tacere e goderci il percorso (iniziatico). E personalmente è quello che ho sempre cercato di fare. Quando ho iniziato ad usare il palming mi sono presto reso conto delle possibilità di questa tecnica, ma ho sempre seguito le indicazioni di chi me la stava insegnando: proprio su sue indicazioni infatti ho lavorato soltanto su di me (e ho fatto qualche esperimento sulle piante) per più di tre anni prima di iniziare a lavorare anche su altre persone, o su luoghi particolari, così da avere almeno un'idea di quello che stavo facendo e "minimizzare i rischi" (se ti interessa l'argomento, ne ho ampiamente parlato in Sui Trattamenti Energetici: le cose che dovresti sapere). Oppure (e soprattutto) ogni volta che ho incontrato una qualche resistenza, o che io (o meglio il mio ego) mi sono trovato in contrasto con il percorso, non ho mai ceduto ai miei limiti, ma ho fatto silenzio, mi son guardato allo specchio, e a volte nella gioia e altre nelle lacrime, ho trovato la forza di superare i limiti che il mio ego cercava di impormi. Chiaramente non tutti: se tutt'oggi continuo a praticare d'altronde è proprio perché ho ancora molto lavoro da fare.

Dopo circa quattro anni da quando ho cominciato a praticare il palming, insieme ad altri "viandanti" della zona siamo riusciti ad avviare un piccolo gruppo di ricerca. Questo gruppo, seppur a mio avviso avesse diverse pecche, mi ha comunque fornito molti spunti di crescita. Talmente tanti che ancora oggi, ormai cinque anni dopo averlo lasciato, non sono ancora riuscito ad approfondire (nella pratica) tutti i risultati che avevamo ottenuto. Durante il periodo in cui ne ho fatto parte ci siamo divertiti parecchio a fare esperimenti di vario tipo con l'energia sottile, anche se tutto il lavoro di ricerca alla fine è ruotato sempre attorno alla terapeutica sottile. Abbiamo lavorato e fatto esperimenti su piante, persone, luoghi, eggregore, abbiamo costruito forme pensiero e strumenti energetici, abbiamo creato una linea di integratori informati con particolari energie sottili, abbiamo fatto esperimenti in laboratorio, siamo andati in templi e siti archeologici per capire come quei luoghi funzionassero a livello energetico, e molto altro. È stato un periodo intenso e produttivo che mi ha permesso di esplorare e comprendere tanti aspetti della realtà sottile. E più esploravo le dimensioni sottili più riuscivo a svelare il significato degli insegnamenti della Tradizione.

Cos'è la Coscienza? Cos'è la Sapienza? Cos'è la Mente? Cos'è e come funziona la Magia? Cosa vuol dire "materializzare lo spirito e spiritualizzare la materia", ossia cos'è il "Solve et Coagula" dell'alchimia? Come si superano traumi, paure e insicurezze? Come si abbattono i limiti della mente? Cosa sono le forme pensiero? Cosa sono i chakra e i meridiani? Cosa sono le dimensioni sottili? Cosa sono i Quattro Elementi? Cosa sono spirito e anima? Cosa significa Fabbricare l'Oro? Come venivano utilizzate le energie sottili da società come quella Romana nell'architettura e nell'urbanistica? Come sono costruiti e come funzionano, nel sottile, templi e cattedrali? Come si costruisce e come funziona un rito? Cosa lo rende efficace? Quali sono le "leggi universali" che regolano la realtà sottile? Qual'è il rapporto tra denso e sottile? Come si possono utilizzare le energie sottili per favorire la guarigione delle malattie? Come si lavora nel sottile per lavorare a livello sociale? Come si sviluppano la volontà, il potere personale, l'empatia, la forza sessuale, l'immaginazione, l'ispirazione? O anche la chiaroveggenza, o la telepatia? Come si viaggia in astrale? E nelle altre dimensioni? Come si comprende il significato dei sogni? Cosa sono le entità che troviamo nel sottile, come gli elementali o le eggregore, gli "angeli e i demoni", i "maestri ascesi", o gli Déi? Qual'è il il confine tra immaginazione e realtà? Come e perché funzionano le infinite tecniche che possiamo usare per raggiungere certi scopi? Qual'è la differenza tra scienza e superstizione? Chi sono io?

A queste e molte altre domande ho potuto rispondere (almeno in parte) grazie "al sangue e al sudore" versati nello studio e nella pratica. Uno studio e soprattutto una pratica guidati dalla ragione, basati sulla logica sul buon senso, su una visione scientifica e sperimentale, sulla ricerca della verità, sulla devozione verso il Sé. Tutti aspetti che mi hanno avvicinato alla Tradizione e nella quale mi hanno fatto sentire a casa. Per quanto ci provo però non credo riuscirò mai a trasmettere a parole cosa significa e cosa comporta la Conoscenza di Sé, cosa vuol dire vivere la Tradizione. Per capirlo bisogna affrontare la Via. E il cammino è lungo. Proprio per questo dovremmo scriverci in fronte la regola d'oro: la pratica, la pratica, la pratica.

Nel prossimo articolo vedremo più nel dettaglio come è attualmente organizzato il percorso iniziatico proposto nello PsyClub.