Sulla Pratica Spirituale

Sulla Pratica Spirituale

Parlare di "spiritualità" oggi, in una società in preda alla decadenza, equivale - sostanzialmente - a parlare di film e cartoni animati. Certezze fondate sul nulla dirigono le menti delle persone verso un futuro sempre più incerto e spaventoso. Dio è Morto! La Luce della Sapienza è scomparsa. Il Sacro è ormai solo una parola senza più alcun significato. La "normalità" è pregna di psicopatia. La felicità è uno spazio abbandonato.

Si fa di tutto per riempire ogni vuoto: quante giustificazioni pur di non sedersi a contemplare la bellezza di un fiore di loto. E non mi riferisco solo a chi di "spiritualità" non ne vuol neanche sentir parlare, ma parlo soprattutto delle persone che si definiscono in qualche modo "spirituali". Possono definirsi come credono, ma fintanto che le parole sono prive di senso, che si definiscano spirituali o cicisbei, nulla cambia. Se rimaniamo sempre uguali, tanto nel conoscerci quanto nel manifestarci, la nostra "spiritualità" - qualunque cosa sia - probabilmente è solo un bel film che ci facciamo nella testa.

Quanti oggi parlano di spirito senza aver compiuto un solo passo! Corsi, scuole, ordini, guru e maestri di ogni tipo si propongono come fonti di verità, finendo per compiacere maschere che vogliono solo essere più belle. E le eccezzioni son ben poche. Conoscere Sé Stessi fa paura: i più preferiscono tenere a bada la coscienza, con i metodi più svariati, per evitare di guardarsi dentro. Nulla spaventa di più, perché ben pochi sono disposti ad accettare che le loro certezze non sono altro che dei castelli di carta tenuti in piedi con lo sputo. Io sono questo, Dio è quello, amore per tutti, la madonna che scende con la navicella, il cuore per pachamama, le canalizzazioni dei fratelli di luce, i portali che espandono la coscienza, il mantra dell'ignoranza. Il Sacro è un luogo desolato. Ben pochi rimangono in piedi in mezzo alle rovine. Rovine di ere passate, che a poco serve rimpiangere, ma i quali valori è necessario far rinascere.

Fino a quando il sole stava ancora sopra la terra, gli uomini spinti dalla volontà di Conoscere Sé Stessi si riunivano in gruppi - ordini - nei quali la Ricerca era Viva: la pratica, trsformazione quotidiana; la Sapienza, Luce; il presente, Sacro. La Sapienza non la puoi ottenere con un corso di un weekend. La Sapienza puoi ottenerla soltanto attraverso un'Azione Eroica, interiore, volta a svelare ogni aspetto di te, del Sé, godendo di tutte le gioie e di tutte le paure che troverai nel percorso. Un percorso che si affronta con impegno e disciplina, giorno per giorno, confrontandosi in un gruppo con il quale si condivide la pratica, sotto la guida della Tradizione.

E la pratica deve essere trasformazione interiore. Nessuno può spiegarti quali risultati otterrai: sei tu che lo devi capire, praticando. Riguarda solo e soltanto te: per quanto uno si sforzi, le parole non basteranno mai per descrivere l'infinito. In tal senso la pratica è individuale. Per Conoscere, ti devi guardare allo specchio. Devi imparare a domare la mente e ad espandere la tua coscienza attraverso la purificazione o lo sviluppo dei corpi sottili. Fino ad allora, non saprai mai cosa sono la Felicità, la Vita, l'Amore, e non manifesterai mai il Divino presente dentro di te. Questa è la verità, questa è spiritualità: tutto il resto è illusione.

Quanto appena detto, comunque, è un discorso che spesso trae in inganno molti apprendisti: è vero che il percorso "spirituale" è individuale, ma ciò non significa che non esistano delle "regole", delle "tappe comuni", una Scienza Interiore, un percorso nel quale può guidarti un maestro. La Verità è Una. Tutto è Uno. Ed una Scienza Sacra esiste, ma non la troverai mai sui libri: per questo un maestro è alquanto auspicabile. Certo, non è sempre necessario: a volte si possono comprendere certi "concetti" anche senza, ma riuscire a compiere l'intero cammino iniziatico senza un maestro è abbastanza improbabile. Sarebbe un po' come voler arrivare a comprendere tutta la matematica moderna soltanto "scarabocchiando numeri" su un quaderno, senza mai aver seguito una lezione o aver aperto un libro. Infatti la cosa migliore che può fare chi non ha ancora trovato un maestro è praticare esercizi semplici come La Meditazione della Centratura o La Disciplina Mentale, e nel frattempo pregare il Sé di trovare un buon maestro.

Ma cos'é quindi il cammino iniziatico? Proviamo a darne un'idea, nella speranza di fare un po' di chiarezza a chi non è del tutto perso nella selva oscura. Tu NON sei colui nel quale ti identifichi: quella è una maschera, fatta di idee, valori, credenze, certezze, ricordi, emozioni e molto altro. Questi "pensieri", per la maggior parte, non sono nemmeno tuoi, ma provengono da stimoli e condizionamenti esterni sui quali non hai nessun controllo. Il cammino iniziatico è un percorso educativo, interiore, pratico, che ti porta piano piano a riprendere il controllo della tua mente e a riscoprire la tua vera essenza, il Sé. La separazione tra la maschera e il Sé è la fonte di ogni sofferenza: essa ti impedisce di essere Uno col Tutto, di vivere nel Sacro, di manifestare il Divino celato nel tuo cuore.

Per arrivare all'Olimpo, però, bisogna percorrere una scala. Per questo serve un maestro, una guida, che pian piano ti guiderà nel salire questi gradini, dandoti un modo per comprendere i Misteri. I Misteri sono, in breve, qualcosa di cui non si può parlare, se non tra chi già li conosce. Non è questione di antipatia o riservatezza, ma di leggi universali: una tazzina non può contenere tutta la teiera. Il cammino iniziatico ti trasforma, ti riempie e ti espande. Riguarda Te, la tua interiorità: come suddetto, le parole non bastano a descrivere l'infinito. Serve la pratica. E solo con la pratica potrai comprendere i Misteri, e salire la scala che ti condurrà sopra gli Déi, al Sè Assoluto.

Oggi vogliamo tutto e subito, il 3 per 2, la consegna veloce, la tecnica per diventare buddha in 5 minuti. L'iniziazione è tutto il contrario. Qui non esistono regali, sconti o scorciatoie. Il Cammino si percorre con sangue e sudore. Si percorre tornando a scorrere con i cicli del Cosmo. Imparando ad avere ciò che è giusto avere, quando serve. Ci si toglie ogni maschera. Si torna ad Ascoltare. Non il frastuono della mente caotica, ma l'Armonia delle Sfere. Cosa potrà ascoltare chi non sa porre nemmeno per un minuto la propria mente nel Silenzio? Soltanto il rumore del caos che si porta dentro.

La Sapienza non è superstizione. Il Cammino Iniziatico è un percorso fatto di esperienze. Una Scienza - millenaria ed eterna - che tratta di Disciplina, di Mente, di Coscienza, di Magia, che usa "arti, calcoli e simboli", che apre a nuovi modi di pensare, di ragionare, di percepire, di conoscere, di vivere. Questa è la Tradizione Solare, che pur stando un po' nascosta, ha attraversato millenni di storia, occultandosi nell'arte, nella cultura, nella scienza, nella filosofia, nell'architettura, nella musica.

Una Sapienza che purtroppo ormai sembra morta. Morta in quanto dove si trova, più o meno, qualche sprazzo di "tradizione", nella quasi totalità dei casi, si ripetono fino alla noia parole e simboli senza averne una reale comprensione, senza Viverli appunto, senza essere capaci di rinnovare con i Cicli il Sapere, di esprimerlo nella sua più vivida Lucentezza. Per Fortuna - ringraziamola sempre - esiste sempre una speranza di rinascere come fenici dalle ceneri dell'ignoranza: la Verità premia sempre chi la insegue con devozione e dedizione.

La Scienza Sacra, come quella "moderna", riguarda ogni ambito della conoscenza. A ben gardare, fin dalle sue origini l'intera umanità si è evoluta non solo in senso fisico/neurale, ma ha anche partepitato ad una continua ricerca della Verità, un'evoluzione in senso sapienzale, alla quale tutti i popoli e le tradizioni sono a loro modo partecipi. La Scienza Sacra è il vero centro esoterico-iniziatico di questa continua ricerca della Verità, della quale la scienza moderna è solo una particolare espressione.

Ma la Scienza Sacra è per pochi, perché la ricerca della Verità spaventa i molti: ben pochi d'altronde sono disposti ad abbandonare i castelli mentali che si sono costruiti. Tutti cerchiamo, costantemente, un equilibrio, una stabilità che ci permettano di proseguire passo per passo nella vita. E per farlo, ci riempiamo la testa di certezze e sicurezze che ci illudano di avere tutto nelle nostre mani. E speriamo che "andrà tutto bene". Ci costruiamo una personalità fittizzia, che ci faccia credere di essere qualcuno, di esistere, di avere il controllo sulle nostre scelte. Per questo perdere il controllo - illusorio - al quale siamo tanto affezionati fa paura. Solo l'idea ci spaventa. L'ignoto genera terrore. Quante risate ci faremmo se riuscissimo a vedere quante seghe mentali ci facciamo!

La maschera che ci costruiamo è la nostra prigione, e solo noi ne abbiamo la chiave. La "liberazione", la "salvezza", è la pratica: imparando a controllare pensieri ed emozioni, a scoprire le forze sottili, la profondità dei simboli, aprendo il Libro della Natura, vivendo la Tradizione otterrai la capacità di essere Libero/a, di essere Felice. Di trovare quella stabilità e quella sicurezza che tutti cerchiamo. Tutto è Uno, e quando torni all'Unità, avere il controllo non ha più senso. Grazie alla Conoscenza di Sé tutto fluisce in modo perfetto e armonico. Questo è lo scopo della Scienza Sacra: riunire il Tutto all'Uno e l'Uno al Tutto, e così l'Uomo a Dio.

Ma, lo ripeto ancora, il Cammino si percorre con la pratica, e con un maestro. Serve dedicare ogni giorno, ogni istante, alla meditazione, alla Conoscenza di Sé. Serve fare silenzio, e ascoltare. Coltivare il proprio giardino celeste. Costruire il Tempio, con Ordine e Misura. È necessario essere devoti alla Vita. Pochi hanno voglia di impegnarsi con costanza nella Conoscenza di Sé. Essendo privi di Volontà, sono guidati dal desiderio, e si perdono così nel futile e nel vizio. Il desiderio è la forza sulla quale fa leva questa società consumistica. Con la pratica impariamo ad estirpare il desiderio per far rinascere la Volontà Regale del Sé.

La pratica sembra richiedere chissà quale sforzo, ma, almeno all'inizio, esercitarsi 20-30 minuti al giorno è già sufficiente. Le prime settimane di solito serve metterci un po' di impegno, ma con il tempo (se la pratica è efficace) ci verrà naturalmente voglia di dedicarci ad essa sempre più volentieri e anche un po' più a lungo. Solo praticando possiamo scoprire che il sapore dei frutti dell'Albero della Conoscenza (di Sé) saziano molto di più delle illusorie conquiste che il mondo ci offre.

Per maggiori informazioni sulla pratica, vedi: Sul Percorso Iniziatico - Parte 1.

Quindi, come al solito, buona pratica!

A presto.