Il Cerchio dello Zodiaco e l'Astrologia - Parte 1

La Scienza della Luce - Parte 12

Come abbiamo cominciato a capire nell'articolo precedente trattando della differenza tra zodicaco tropicale e zodiaco siderale, l'astrologia ha - anche - una base astronomica, e quindi esistono delle aree in comune tra astrologia e astronomia. Nonostante ciò, astronomia e astrologia sono due scienze diverse (la prima naturale, la seconda esoterica). E qui chi è abituato all'idea più "popolare" dell'astrologia si potrebbe facilmente chiedere: ma come, l'astrologia è una scienza? E poi, l'astrologia non è invece - intimamente - legata all'astronomia, visto che si occupa dell'interpretazione del movimento delle stelle? E ancora, cos'è una scienza esoterica?

Specifico subito che anche se nel precedente articolo su "Zodiaco Siderale e Tropicale" abbiamo visto appunto alcune delle differenze tra zodiaco siderale e zodiaco tropicale, a noi in realtà interessa più che altro il secondo - quello tropicale - che è infatti quello che approfondiremo in questo e nei prossimi articoli. Con questi articoli intitolati "Il Cerchio dello Zodiaco" infatti comincia una serie di articoli nei quali vedremo più nel dettaglio gli elementi principali che costituiscono il Cerchio dello Zodiaco tropicale. Prima però devo dire che questi non saranno i soliti articoli sui segni e sull'astrologia, ma il risultato dell'unione di vari studi che ho fatto negli ultimi anni, che guardano l'argomento sotto aspetti poco conosciuti legati alla "Metafisica del Numero", ma capiremo meglio di cosa si tratta nel prossimi articoli. Prima infatti dobbiamo cominciare parlando di Astrologia, e fare una piccola introduzione al Quadrivium, in modo da poter comprendere meglio ciò che verrà in seguito.

Partiamo quindi da una domanda: cosa intendiamo per astrologia? Quando parliamo di astrologia solitamente ci riferiamo a quella più "popolare", ossia quell'astrologia che interpreta il significato dei movimenti delle stelle (o meglio, della loro posizione in un certo momento). Per esempio, l'astrologia maya, quella occidentale o tropicale, quella vedica o siderale, eccetera. Queste astrologie, trattando appunto dell'interpretazione della posizione delle stelle, sono intimamente legate all'astronomia. Questo tipo di astrologia, come ben si sa, ha ben poco di "scientifico", ed è infatti solo una degenerazione, avvenuta nei secoli passati, di quella scienza esoterica che è l'Arte dell'Astrologia. Ma quindi è una scienza o un'arte? È una sia una scienza intesa nel senso moderno (ossia rispetta il metodo scientifico, e pertanto comprende anche osservazione, sperimentazione e ripetizione), pur essendo però esoterica (capiremo tra poco cosa significa). Ed è anche un'Arte, nel senso che richiede "Metodo e Maestria nell'operare secondo certe regole" (Arte, Dizionario Etimologico Pianigiani).

Proviamo quindi a capire brevemente cos'è una scienza esoterica (argomento che ho già trattato in modo più approfondito in Iniziazione e Tradizione e Considerazioni sull'Esoterismo e sulla Scienza Sacra). Le scienze essoteriche, come la scienza moderna, e quindi la fluidodinamica, l'elettromagnetismo, la chimica, la biologia, appartengono ad livello della conoscenza - Episteme - comprensibile attraverso la ragione e l'intuito, e per questo trasmissibile a parole. La scienza esoterica (la cui etimologia è "interiore") invece è una scienza che riguarda gli aspetti intimi della realtà, legati allo Spirito - alla Sophia - come anche a quelle che oggi vengono chiamate "energie sottili", e alle quali sono stati dati molti nomi. Per comprendere la scienza esoterica non basta la ragione, ma serve uno stato di coscienza adeguato, che si ottiene con la pratica quotidiana, con la meditazione e con il rito, i quali ci aprono al contatto e al dialogo con il Sé, il Logòs, il solo che può guidarci - attraverso l'esperienza e l'Ispirazione - verso la conoscenza più intima di noi stessi e del cosmo intero.

L'Astrologia, intesa come scienza esoterica, non ha nulla a che fare con l'interpretazione della posizione delle stelle, ma è invece quella che possiamo definire appunto la "Scienza della Luce", ossia una scienza analogica che unisce nel simbolo la conoscenza del microcosmo (l'Uomo) e del macrocosmo (l'Universo). Il motivo per il quale l'Astrologia può essere chiamata "Scienza della Luce", lo possiamo capire in particolare dall'origine sanscrita del termine, che troviamo qui di seguito. Ricordiamoci che per gli antichi non c'era distinzione tra scienza e "fede", come anche tra astronomia e astrologia: tutto era Magia. Oggi vediamo le cose in modo un po' diverso, con la nostra abitudine ad etichettare e categorizzare ogni cosa, che è ovviamente un sintomo della nostra lontananza dall'Uno. Preciso comunque, che seppur l'Astrologia abbia ben poco a che fare con l'interpretazione della posizione degli astri, è altrettanto vero che nell'Astrologia sono racchiuse simbolicamente anche conoscenze astronomiche: l'Astrologia infatti, in quanto sintesi simbolica di tutte le scienze, racchiude anche insegnamenti sull'astronomia, come pure sulla biologia, sulla chimica, sulla fisica, eccetera. Come anche nell'astrologia classica troviamo vari riferimenti a queste scienze: d'altronde, come suddetto, l'astrologia classica è una degenerazione di quella esoterico-iniziatica, e proprio in quanto tale, possiamo trovare molti punti in comune tra le due. La differenza principale tra le due difatti sta soprattutto (ma non solo) nell'utilizzo che se ne fa: in una si tenta di interpretare la posizione degli astri per comprendere il passato, il presente o il futuro, con l'altra si impara a leggere il Libro della Natura, il quale ci porta alla Conoscenza di Noi Stessi e del Mondo.

jyut, jyotate "splendere", "illuminare"
jyo tirvidyā "astronomia"
jyo tiścakra "il cerchio luminoso", "lo zodiaco"
jyo tiṣa "astronomo"
jyo tis "luce" (è vista come il "fuoco", in terra, come "aria", nell'atmosfera, e come il "sole", in cielo), "luce come principio divino di vita e fonte di intelligenza" (RV, VI, 9, 6)

- Franco Rendich, Dizionario Etimologico Comparato delle Lingue Classiche Indoeuropee.

Ma andiamo ancora oltre: qual'è il senso più "intimo" dell'Astrologia? Per così dire, se è una scienza, cosa studia l'Astrologia? Se torniamo un attimo ancora all'astrologia classica, si potrebbe rispondere che l'astrologia (da "astron" astro e "lògos" discorso) è il discorso sugli astri, o l'osservazione del movimento degli astri, o ancora, l'interpretazione del movimento degli astri, che come abbiamo detto è appunto ciò che più comunemente si intende con "astrologia". Certo, queste risposte non sono sbagliate: il significato che offrono queste definizioni di astrologia si limitano giustamente all'aspetto essoterico. Per comprendere il senso dell'Arte dell'Astrologia dobbiamo andare oltre, ma partendo da queste basi. Ossia, andando più a fondo, pensando in modo più simbolico-analogico, e riprendendo le definizioni del Rendich, "astro" lo possiamo intendere come ciò splende (in cielo), ossia "Luce" appunto. E, come sappiamo dalla Tradizione, "Dio è Luce". Al quale si aggiunge "logos", ossia parola, Verbo, discorso, o anche, in senso più ampio, scienza. Considerando ciò, e traducendo "logos" con "parola", l'astrologia può essere quindi intesa come la "Parola di Dio" (astro/Sole/Luce/Dio e logos/Verbo/Parola). E come definizione non è certo sbagliata, visto che l'Astrologia insegna proprio come Dio ha creato il Cosmo, attraverso il Lògos, il Verbo, la Vibrazione, la Luce. Oppure, sempre mantenendo le stesse idee, possiamo anche dare una definizione meno "teologica", ossia la possiamo definire come la "Scienza della Luce" (astro/Sole/Luce e logos/Discorso/Scienza). Penso che queste definizioni possano dare già da sole un'idea di quale sia l'oggetto di studio (e di pratica) di questa Arte.

Vedi come da indi si dirama
l'oblico cerchio che i pianeti porta,
per sodisfare al mondo che li chiama.

- La Divina Commedia, Paradiso, X, 13-15.

L'Astrologia, come evidenziato nell'articolo precedente, ha - anche - una base astronomica, ma non solo. Come ho già spiegato nell'articolo Considerazioni sull'Esoterismo e sulla Scienza Sacra, per comprendere la scienza sacra bisogna studiare anche le scienze naturali, le quali si basano su quella che oggi chiamiamo Filosofia della Scienza o Epistemologia, e che una volta invece erano le sette Arti Liberali, composte da Trivium (Grammatica, Logica e Retorica) e Quadrivium (Matematica, Geometria, Armonia e Astrologia). Le sette Arti Liberali non sono sette materie distinte e separate, ma sono un unico percorso suddiviso in sette fasi. Un percorso che comincia con la Grammatica e che termina con l'Astrologia. L'Astrologia quindi, in quanto ultima tappa del percorso, può essere compresa solo se si conoscono anche le altre sei.

Approfondiremo il discorso un'altra volta. Ciò che ci interessa evidenziare ora è che le Arti Liberali sono il risultato di un'evoluzione sapienziale avvenuta nei millenni, e che l'Astrologia è la summa si questo sapere. Dall'Astrologia in quanto tale sono successivamente nate le scienze moderne, e fino a qualche secolo fa era Lei, Sophia, il vero soggetto occulto delle più belle opere d'arte. La sua trasmissione avviene ormai da molto tempo, ossia da quando i primi Sapienti hanno cominciato a unificare la conoscenza di sé e della realtà in un unico sistema, la Magia. E il risultato al quale sono arrivati è il percorso simboleggiato dalle sette Arti Liberali, che sono divise in due parti. La prima è il Trivium, ossia il punto d'incontro tra le Tre Vie del Cielo: Linguaggio, Logica e Analogia. La seconda è il Quadrivium, ossia il punto d'incontro tra le Quattro Vie della Terra, ovvero i quattro princìpi che costituiscono le fondamenta dell'Universo: il Numero (Matematica), lo Spazio (Geometria), il Tempo (Armonia) e la Coscienza (Astrologia). Nell'Astrologia, in quanto quarta Arte del Quadrivium e soprattutto in quanto settima e ultima Arte del percorso delle sette Arti Liberali, si trova la sintesi del Cosmo: qui le precedenti sei Arti si fondono e si riscoprono nel simbolo, nel quale si celano i segreti più intimi della Natura. L'Astrologia è una scienza molto antica, talmente tanto che su di essa (non a caso) si strutturano anche le lingue indoeuropee, infatti i suoi termini e il suo linguaggio continuano ad essere utilizzati ancora oggi nella cultura e nella società moderna.

La formazione della prima lingua indoeuropea fu infatti affidata a dei sacerdoti-astronomi che ebbero il compito di tradurre in suoni e in parole l'osservazione del moto degli astri e dei fenomeni che avvenivano nello spazio.

- Franco Rendich, Dizionario Etimologico Comparato delle Lingue Classiche Indoeuropee.

I sacerdoti-astronomi antichi formarono la prima lingua indoeuropea celando nelle radici delle parole il loro significato. E così fu anche per alcune delle lingue che derivano da essa, come il latino, anche se in modi diversi, spesso più complessi (complessità probabilmente dovuta all'evoluzione del sapere e quindi a più significati da legare tra loro). Per quanto riguarda il sanscrito, l'argomento è ben trattato dal Rendich nei suoi volumi. Ecco uno degli esempi che fa:

māyā [mā+yā]
"il corso [yā] della realtà misurabile [mā]", "ciò che è illusorio", "ciò che è ingannevole"

È la realtà visibile e finita dell' universo infinito percepita dai nostri sensi, e perciò ingannevole e illusoria. Falsa conoscenza, dunque, rispetto alla vera conoscenza di Brahma, lo Spirito assoluto. Dalla radice mā "misurare".

- Franco Rendich, Dizionario Etimologico Comparato delle Lingue Classiche Indoeuropee.

Altra parola interessante da evidenziare è māyu, ossia "magia", "stregoneria", come riporta il Rendich. Parola che guarda caso è simile all'altra appena citata, ossia māyā. Riprendendo le spiegazioni nel libro del Rendich possiamo capire che se [yā] è il corso, [yu] significa invece unione. Pertanto dovremmo poter affermare che māyu è l'unione [yu] della realtà misurabile [mā], unione che si realizza in ciò che oggi chiamiamo comunemente "scienza", ma una scienza che va oltre i fenomeni fisici di cui si occupa la scienza moderna, in quanto comprende anche gli aspetti più "metafisici", sottili, esoterici. Che poi sia chiaro che questa distinzione, quella tra "fisico" e "metafisico", la facciamo solo per riferisci - sostanzialmente - a ciò che la scienza moderna è capace di misurare, e ciò che invece ancora non spiega. Nonostante ciò, "fisico" e "metafisico" sono due categorie di un'unica Natura. Gli antichi non conoscevano i raggi X o le onde radio, allo stesso modo la scienza moderna non conosce le "energie sottili", o gli aspetti "metafisici" della realtà, ma ciò non significa che non fanno parte della natura, né tantomeno che non sono descrivibili in termini scientifici. Per gli antichi scienza e "religione" erano le due facce - intimamente legate - della Magia, e come per gli antichi così per gli "esoteristi", o gli iniziati, sia di ieri che di oggi (ossia per coloro studiano e praticano la scienza sacra). Per approfondire questi argomenti comunque puoi leggere i due articoli che ho citato prima.

Lasciamo il sanscrito e passiamo al latino, e torniamo anche all'Astrologia. Abbiamo parlato, nell'articolo sulla Longitudine, dell'Ascensione Retta, che è una misura che si riferisce ad un dato meridiano, infatti in astronomia è comune l'espressione "Ascensione Retta del Meridiano", che era usata già in latino, nel quale è "Ascensio Recta Meridiani". Guarda caso, le tre iniziali di questa espressione - A.R.M. - sono anche le stesse tre lettere che compongono la parola RAM, che in latino significa Ariete, ovvero il primo segno dello zodiaco, il cui primo punto coincide con il grado 0 di Ascensione Retta. Inoltre, ricordiamoci che Ariete è anche il domicilio diurno di MARs o marte. Secondo alcuni questo modo di utilizzare le radici delle parole per celare determinati significati e relazioni tra i termini sarebbe il "Linguaggio degli Uccelli" di cui si parla in diverse tradizioni iniziatiche. Di queste corrispondenze l'Astrologia ne è piena, e alcune le incontreremo negli articoli successivi.

Cosi, se il segno usato per un «uccello» mostra un volatile, l'uso costante di tale simbolo nei testi sacri suggerisce che il significato letterale non spiega ogni aspetto della storia. È il diffusissimo simbolo dell'anima (il ba, l'uccello dalla testa umana) a farci capire qual è il significato simbolico di «uccello». Il segno non si riferisce solo alla fisicità, ma a tutte le funzioni e le qualità insite nell'«idea» di uccello: la capacità di volare, di fuggire dalla terra, e dunque anche il principio di volatilità che implica essenzialmente lo «spirito». Allorché, nei testi religiosi, gli egizi disegnavano scene di uomini che si avvicinavano portando una rete di uccelli selvatici, non intendevano solo ricordare al defunto disincarnato i passatempi terreni, ma eseguivano un rituale magico per rammentargli le necessità dello spirito, il bisogno di catturare gli aspetti volatili del Sé spirituale gettandovi attorno una rete. L'incapacità di comprendere sia lo scopo del mito sia la sottostante verità contribuisce a formare il quadro del tutto insoddisfacente che abbiamo dell'Egitto.
In base alle prevalenti teorie evoluzionistiche, gli studiosi moderni considerano il mito come il bizzarro tentativo di uomini primitivi di razionalizzare la realtă frustrante del mondo fisico, come lo sforzo romantico per sfuggire alla dura e prosaica realtà, oppure come il goffo anelito di artisti che cercavano di comunicare i fatti storico-politici. Lo stesso Jung, che ravvisò spesso la saggezza dove altri vedevano solo superstizione, attribuì l'universalità del mito all'opera di un misterioso inconscio collettivo.
Schwaller de Lubicz giunge a conclusioni diverse e da fondamento alle proprie idee. Il mito è forse il più antico mezzo conosciuto per comunicare informazioni relative alla natura del cosmo, ma è anche il più preciso, il più completo e forse il migliore.
Il mito drammatizza i principi, i processi, le leggi, le funzioni e i rapporti cosmici, i quali, a loro volta, possono essere descritti e definiti dal numero e dall'interazione fra i numeri.

- John Antony West, Il Serpente Celeste, "La tesi linguistica". Casa Editrice Corbaccio.

Gli esempi fatti prima servono per evidenziare fin da ora come anche il Trivium sia presente nell'Astrologia, e non solo il Quadrivium. Negli articoli successivi tratteremo più che altro di quest'ultimo, ma non scordiamoci che ci sono anche aspetti legati appunto al Trivium (cominciando, appunto, dalla Grammatica). Trivium e Quadrivium sono due sistemi separati perché sono "perpendicolari", come i due cateti di un triangolo rettangolo. E in effetti, le Arti Liberali sono molto legate al triangolo rettangolo, pitagorico, i cui cateti misurano uno 3 e l'altro 4 unità. Cateti uniti dall'ipotenusa lunga 5 unità, cinque come i sensi, la percezione della realtà, che diventa più ampia e profonda grazie allo studio delle sette Arti Liberali. E proprio perché l'Astrologia fa parte del Quadrivium, tratteremo più questo rispetto al Trivium. Ciononostante, troveremo "tra le righe" anche riferimenti al Trivium, oltre che in qualche esempio Grammaticale. Essendo il Trivium un sistema "perpendicolare" (capiremo meglio il perché tra un paio di articoli) al Quadrivium, lo tratterò probabilmente in una futura serie di articoli a lui dedicata. Ripeto, però, che per poter capire l'Astrologia, e più in generale il Quadrivium, serve conoscere anche il Trivium. Per usare termini più moderni, potremmo dire che studiare il Quadrivium senza conoscere il Trivium, sarebbe un po' come studiare la scienza, senza conoscere la filosofia della scienza. O come costruire un edificio senza prima realizzare le fondamenta.

Continueremo il discorso nel prossimo articolo. A presto.